Va bene indignarsi, ma non basta. Scegliere i canali di informazione è fondamentale per aprire un dibattito sano e costruttivo. Altrimenti è solo clickbait.
Il punto è, caro Osvaldo, che queste metodologie di ricerca e selezione del personale sono all'ordine del giorno in certi settori, e che a volte emergono come pesci morti in un lago maleodorante soltanto perché qualche sveglione fa una dichiarazione pubblica come quella dello chef in questione.
Secondo me non c'è nessuna speranza di una soluzione culturale, perché certi ambienti sono così.
L'unica è sperare che almeno certi elementi spariscano dal settore e vadano a fare altro, ma ovviamente non accadrà.
Cosa può fare il consumatore?
In teoria può scegliere dove spendere i propri soldi e, se ritiene, spenderli soltanto dove questa cultura del lavoro tossica non c'è.
Il punto è, caro Osvaldo, che queste metodologie di ricerca e selezione del personale sono all'ordine del giorno in certi settori, e che a volte emergono come pesci morti in un lago maleodorante soltanto perché qualche sveglione fa una dichiarazione pubblica come quella dello chef in questione.
Secondo me non c'è nessuna speranza di una soluzione culturale, perché certi ambienti sono così.
L'unica è sperare che almeno certi elementi spariscano dal settore e vadano a fare altro, ma ovviamente non accadrà.
Cosa può fare il consumatore?
In teoria può scegliere dove spendere i propri soldi e, se ritiene, spenderli soltanto dove questa cultura del lavoro tossica non c'è.
Ma è molto, molto difficile.
Grazie.