Dieci centesimi per farli respirare
L'ennesima porcheria del food delivery: pochi centesimi per lavorare a 40 gradi, come al solito infrangendo le regole.
Mentre quasi tutte le Regioni stanno deliberando ordinanze per interrompere nelle ore critiche i lavori in cui si opera esposti al sole (cantieri, mercati, pulizie…) c’è un settore che da sempre ha seri problemi con le regole, con i contratti, con l’etica e l’attenzione alle Persone e quel settore è il food delivery.
Ne scrivo ormai da anni, quando ancora la narrazione della startupperia tirava, quando si lasciava credere che i rider fossero “giovani studenti che arrotondavano” e non extracomunitari, disperati, e over 50 esclusi dal mondo del lavoro.
Quando i founder e cofounder tornati dalla vacanzina in Silicon Valley si rifugiavano nei 5 metri quadri dei coworking (il massimo che si possono permettere tutt’oggi) e tronfi di innovazione, con un click facevano partire il loro schiavo personale a caccia di Poke plasticose.
Il servizio nel frattempo si è diffuso a macchia d’olio e in questi anni ne abbiamo viste di tutti i colori: Governi appecorati di fronte ai colossi multinazionali del food delivery che minacciavano di andar via dall’Italia; Tribunali che hanno decretato definitivamente il binomio food-delivery / caporalato e l’utilizzo discriminatorio degli algoritmi; evasione fiscale e continui concordati.
Fino a raggiungere l’anello più basso della catena alimentare della dignità nel vedere l’Associazione di Categoria composta di fatto dai tre AD delle tre società principali di pranzetti a domicilio, mettersi d’accordo con un sindacato minore e nel giro di una notte pubblicare quel capolavoro di “Contratto Collettivo” che un’ora dopo veniva delegittimato da tutti i sindacati (addirittura) a livello Europeo.
Una bella pallotta di carta straccia senza arte né parte che non ha impedito all’AD di una delle tre società di comprarsi qualche copertina sugli ormai noti giornali di business-marchette per auto-decretare il successo di “un contratto epocale”.
Di quei personaggi rimane il fermo immagine della puntata di Report in cui, in uscita dall’ennesimo incontro lobbystico in Senato, vengono inseguiti dal giornalista lungo le scale ed una volta raggiunti, i “Country Manager” negano le loro generalità: “ha sbagliato persona”.
Non c’è mai limite alla vergogna
La Regione Piemonte è stata la prima regione (e spero non l’ultima) che ha firmato una delibera sulla sospensione dei lavori estendendola specificamente anche ai rider.
E dunque, se c’è una regola spetta naturalmente al food delivery per primo infrangerla.
Probabilmente prevedendo un crollo dei profitti, Glovo ieri ha ottenuto il massimo punteggio alla vergogna facendo girare una circolare interna in cui si offriva ai rider una premialità con l’approccio del vampiro che vede diminuire la dose giornaliera di sangue cavato coi denti alle sue vittime ha pensato di trasformare il salasso addirittura in un beneficio.
“L’aumento delle temperature in diverse zone d’Italia ci impone di prestare particolare attenzione a chi lavora all’aperto” si legge nell’introduzione della mail. E ancora: “La tua sicurezza è la nostra priorità. Sappiamo che l’emergenza calore in corso possa comportare costi imprevisti per proteggerti. Per questo motivo, se effettuerai consegne con Glovo nei mesi di luglio e agosto, avrai diritto a un contributo economico per l’acquisto di crema solare, sali minerali e acqua”.
Ma che carini.
Ricorda quando Deliveroo faceva i post su Linkedin annunciando il servizio di supporto psicologico ai propri dipendenti con la startup del momento (che a sua volta fa dumping al ribasso sfruttando gli psicologi).
Il contributo economico viene così erogato (fonte: Il Fatto Quotidiano)
“Per una temperatura compresa tra i 32°C e i 36°C, riceverai un bonus del 2%. Per una temperatura compresa tra i 36°C e i 40°C, riceverai un bonus del 4%. Per una temperatura superiore a 40°C, riceverai un bonus del 8%”.
Percentuali che, se applicate su una consegna minima standard che si attesta attorno ai due euro e cinquanta, si traducono in cinque centesimi fino a 36 gradi, dieci centesimi fino a 40 gradi fino ad arrivare a 20 centesimi oltre il 40 gradi.
Ma i soldi non arriveranno subito. La mail si chiude con una ulteriore beffa: i contributi relativi al Bonus Caldo di Luglio e Agosto saranno erogati con la fattura del 21 Settembre 2025. E così i rider dovranno pure anticipare di tasca loro gli eventuali acquisti di “sali minerali, creme solari e acqua” suggeriti dall’azienda.
Non sono clienti. Sono complici.
Questo è il livello, la qualità manageriale e l’etica che contraddistingue il settore di cui stiamo parlando. Ma non sono da meno i loro clienti, o almeno coloro che nel tempo non hanno ancora capito “cosa stanno comprando”.
Perché ogni brigante ha il suo pubblico di riferimento e come sempre, quando si apre un dibattito sui riders, i clienti di questo servizio indispensabile (soprattutto se abiti in una città come Roma, Milano o Bologna dove ci sono 100 pizzerie, 40 kebabbari, 36 ristoranti cinesi, 20 hamburgerie a quartiere) si sono contraddistinti sia durante il Covid, sia recentemente in occasione di veri e propri nubifragi cittadini.
Inutile ricordare poi le ormai decine di rider morti o feriti per andare a recuperare un panino da McDonald’s. Ne ho parlato tante volte anche nel mio podcast. Dedicai alla morte di un rider proprio la primissima puntata.
Io credo che non ci sia più alcun dubbio.
Se stai usando questi servizi e non capisci l’impatto sociale devastante (o ti stai soffermando solo sull’episodio in sè), credimi, sei totalmente fuori dalla realtà e non avrai né tempo né voglia di leggere il libro di Rosita Rijtano che già 3 anni fa spiegava tutte le dinamiche di un settore destinato a fare danni collaterali gravissimi.
Se non stai (più) usando questi servizi e impedisci anche ai tuoi figli di farlo, grazie.
Non è un piccolo gesto. E’ un gesto che ha proporzioni molto più vaste di quello che pensi (e te lo spiega molto bene Rosita Rijtano nel libro di cui sopra, che sono certo, avrai tempo e voglia di leggere).
Ho ascoltato oggi questa assurda notizia nel podcast di Ghittoni, al Post. Allucinante. Hai detto bene: non c'è limite alla vergogna. Tanto, finché le persone a cui manchiamo di rispetto sotto ogni punto di vista sono i rider (leggi: persone immigrate che cercano di sopravvivere), vale tutto. Che schifo. P.S.: adesso recupero il tuo, di podcast!